Sai dove impiccano la notte? Dino De Mitri, La variabile del buio
C’è voglia di poesia in questa città? C’è ancora voglia di raccontare storie? Dino De Mitri, libraio e scrittore, continua ad essere uomo libro per eccellenza, ma anche un incor
regibile incendiario di idee. Nella sua precedente operazione di scrittura, “Sai dove impiccano la notte ?”. Il borgesiano Didino sventagliava una raffica di proiettili come una “masculiata siciliana”: fuoco al cielo, per acchiappare una vita diversa tutta fatta di versi. Videoclips. Pulp, punk e trenodia Rokettara: libri ingordi che muoiono nella stupidità del tempo Cyber-poesia: blues al crocicchio del delta, fra mistich sbronze, esodo da un luogo che non sogna più nessuno-: Ossa assolate. Il nemico è dappertutto, è l’invisibile ovunque. Non disperdetevi. Il poeta è uomo di parola, diceva Giovanni Amodio! I branchi vanno via con la luna e lasciano una nenia che si fa luce tra le macerie. Didino, non fare il punto, tira una linea: tanto la saggezza non arriverà mai. Cumbà, noi siamo quelli della vecchia banda, comunisti vintage. game over siamo tutti sclerati.Siamo la banda Bonnot, il mucchio selvaggio e frikkia. .Craaaak abbiamo sempre voglia di dire: Andiamo!, Il Che è morto. Abbandonate il certo per l’incerto, partite per le strade...cani sciolti. Partecipammo alla Woodstock dei poeti a Castel Porziano, musica per vecchi camaleonti.avventurieri passivi, sfilandoci da una uscita laterale, in viaggio nella ‘ndrangheda sconosciuta. Cercavamo poemi che risalivano lentamente lungo fiumi scorrenti all’incontrario, alle sorgenti del niente. De mitri scrive ancora, fra lampi d’incerta memoria. Aspettando il treno e Baudelaire. Libro chiuso e fiore di marmo? Forse giace nascostaancora la vecchia biblioteca di Babele...è ancora lì. In via Cavour. Quando non c’è nessuno, di notte i libri parlano tra di loro e non è finita lì. Si raccontano ancora le storie dell’orda
d’oro e del mucchio selvaggio. Il nuovo romanzo di Dino De Mitri,” La Variabile del buio”, si presenta come la contronotte di Taranto: una città annientata da una strage di stato, di lunga durata e a norma di legge...ci sarà allegria anche in agonia . Libera nos a malo!
Fabrizio De Andrè, la città vecchia. Ma la scrittura di Dino De mitri è un autentico atto di guerra contro la poetica della vittimizzazione. Il suo urlo silenzioso viene da Allen Ginsberg, da Gregory Corso, da Lawrence Ferlinghetti e William Burroughs, padrino del Punk e dei ragazzi selvaggi, campione di quella controcultura che rimane ancora come un argine nei confronti della macchinizzazione seriale, De Mitri miscela abilmente le sue lasse con la grande musica classica. Howl e ancora howl. Fra memorie perdute e frequentazioni ospedaliere De Mitri è ritornato sulla strada, continuando con gaio cinismo ad amministrare o dissipare uno sterminato patrimonio di libri e vinili, fra stracci di pensieri, tutti arrapati di fumo: lo scritto è un lungo monologo che , voltato anche al maschile, vale la cantica di Molly, nell’eterno Ulisse. “Crollato sul letto, ogni notte raccatto la fine del mondo” : collezioniamo effetti personali, spilloni e malefici. Il’sola delle correnti: la verità è sepolta qua, come diceva uno dei tre paperini. E ancora poesia per i vecchi camaleonti! E bravo Dino de mitri, con la sua variabile del Buio. Ci vogliono costretti ad essere felici, ma noi stiamo bene ai confini del niente, dove impiccano la notte.
Un granchio stringe la gola. L’amicizia si saldava nelle occupazioni con i proletari di Lotta continua e l’assedio della polizia. Bardot prometteva un nido croccante di fumo. Le ombre combattevano intorno a noi: Dalli al cancro, dall! Ormai sappiamo come la storia sia andata a finire. .Quanto a noi, moriremo in bellezza baciando la polvere dei santi libri. “ Libera nos a malo”.
Roberto Nistri, Taranto. 2018.