Bruno. Per non dimenticare!
di Roberto Nistri
Il 17 febbraio 2017, “Gli Amici della Ragione” hanno doverosamente onorato la memoria
del grande martire del Libero Pensiero, il filosofo meridiano e Cittadino dell’Universo, Giordano Bruno, che, distruggendo il castello di carta dei Tolemaici e il cielo delle stelle fisse, spalancava per la scienza i sentieri
infiniti di un Universo senza
limiti, aprendo la strada al grande Galileo, che traduceva Bruno, senza
citarlo. Nato sotto una stella vagabonda, la sua felice eresia lo rendeva uccello di
bosco della Filosofia, lo spingeva
a battere tutte le strade d’Europa,
ben accolto da tutti gli spiriti nobili e perseguitato dagli stolti abitatori del cielo asinino: scomunicato
e perseguitato da tutti gli inquisitori dell’epoca: cattolici, luterani e calvinisti.
Solo, contro il
“Vangelo armato”, Bruno perseguiva
invece il sogno umanista del tollerante e civile conversare dei popoli, ricercando l’Unione nella
Molteplicità . Nessun capo è
assoluto, solo la diversità ci salva. Non inginocchiarti di fronte all’Unità, ricerca invece l’Unione
nella fraternità…L’inaudita cosmogonia bruniana, l’Universo infinito che conferisce pari dignità a tutti i
centri, ognuno dei quali portatori di
responsabilità e titolari a pieno diritto di umanità.
Nel mondo capovolto e incendiato dalle guerre di religione, Bruno promuoveva la grande riflessione etica
della modernità europea, che doveva trovare compimento nella kantiana
riflessione sul nesso
Emancipazione e Responsabilità. Cercava di promuovere , in coerenza con una cosmogonia che non
conosce limiti e censure, muraglie e prigioni, che
possono appagare solo i piccoli tiranni, propagandisti, dell’ignoranza e della paura. Il filosofo accende una lampada
nel buio, ma è solo contro tutti i vessilliferi del Vangelo armato.
Negli anni a
venire frate Giordano abiterà
tuttavia fra le pagine dei grandi
scienziati.
Come ha scritto Koyrè, si deve essenzialmente a Bruno e Galilei l’ l’affermarsi
impetuoso della scienza moderna. La più grande e bella
avventura: ad ventura, verso le cose future.
La danza delle stelle di cui lui si inebriava…
come Einstein avrebbe sognato di volare a cavalcioni di un raggio di luce.
Gli eretici si affacciano sempre sull’orlo del precipizio. Ma quale grande scrittore non si è innebriato nelle pagine bruniane,
a partire da Marlowe, che nel
Faust vedeva Bruno fuggire da una prigione sul dorso
di un drago. Si pensi alle scritture di Leopardi, di Joyce, di Brecht di Gadda, che amorevolmente chiamava Bruno “ l’abbruciato”. Vale per tutti la speranza bruniana: Ai venturi…
Certamente Bruno , come i veri profeti, rimane sempre un disturbatore del quieto vivere, che infastidisce il piccolo uomo che non vuole pensieri,
pauroso di mettere il naso fuori dalla nigra spilonca. In Umbra lucis… Bruno appartiene a pieno titolo all’ Illuminismo. Nella cosmogonia bruniana, non vi è alto o
basso, centro o periferia. Ogni
individuo, tra infiniti centri irriducibili, è parimenti portatore di
umanità e titolare di una incoercibile soggettività. Una società è felice
quando tutte le diversità sono ugualmente rispettate. Non idolatrare l’ottusa
Unità, ricerca invece l’unione nella Varietas. Si tratta di una grande riflessione etica che trova
pieno compimento nella riflessione Kantiana. Valga il motto dell’Illuminismo: Sapere
Aude! Abbi il coraggio di conoscere!
Non chiudere gli occhi, ma tienili ben aperti. Alza in alto lo sguardo verso gli infiniti mondi , per uscire dallo stato di minorità, di
dipendenza. Ogni individuo, in quanto
centro irriducibile di infiniti centri , comprende che nell’infinito universo
tutti i centri hanno pari dignità: nessuno è esentato e ciascuno ha il suo
carico di responsabilità: tale è il senso di una autentica democrazia.
Sentirsi padrone delle proprie decisioni. Non rimanere sotto tutela… Giordano Bruno rimane
Maestro di Anarchia, come ha chiarito Aldo Masullo. L’Archè, il principio assoluto, l’auctoritas, è sempre la grande impostura. Nell’infinito, l’ordine umano è sempre Anarchico. L’ Essere
padrone della propria sorte… La meravigliosa caparbietà dei sognatori…
Il pensiero in fumo, la lingua tagliata. La vittima
annientata.
Il martirio di
Bruno, il rogo a Campo de’fiori, rimane la più esemplare tragedia del fanatismo.
Vergogna perpetua per i carnefici della verità, i silenziatori del canto della
Ragione.
Venerdì 17 febbraio 2017. Roberto Nistri
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